Molti contribuenti restano sorpresi quando, dopo aver presentato il modello 730, si ritrovano con un debito d’imposta da versare, anche se i redditi percepiti nel corso dell’anno non sono particolarmente elevati. È una situazione molto comune, soprattutto quando si sono avuti più rapporti di lavoro o si sono percepiti redditi da cassa integrazione o disoccupazione.
Immaginiamo una persona che nel corso dell’anno abbia percepito:
Il totale dei redditi è di circa 12.960 euro lordi annui. A prima vista può sembrare una cifra modesta, ma al momento del 730 l’Agenzia delle Entrate potrebbe calcolare un debito d’imposta di circa 1.600 euro.
Come mai?
Ogni datore di lavoro (e l’INPS per la cassa integrazione) agisce come sostituto d’imposta. Ciò significa che ognuno di essi:
Quando si presentano più Certificazioni Uniche (CU) nel modello 730, questi redditi vengono sommati. Di conseguenza:
Il debito che emerge dal 730 non è un errore del datore di lavoro o del CAF: è un normale effetto del ricalcolo complessivo delle imposte. Il sistema fiscale italiano prevede infatti che le tasse vengano calcolate sul reddito totale annuo, non sui singoli rapporti di lavoro considerati separatamente.
Per capire da dove deriva il debito, basta consultare il prospetto di liquidazione (modello 730-3), dove sono indicati:
Per evitare spiacevoli sorprese negli anni successivi, è possibile:
Avere più CU nello stesso anno non è un problema, ma comporta quasi sempre un ricalcolo a debito. Questo avviene perché il sistema fiscale “vede” solo alla fine del processo quanto si è realmente guadagnato, e corregge eventuali differenze di imposta pagata durante l’anno.
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