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01 Nov
01Nov


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Negli ultimi anni, l’apertura di un piccolo ecommerce è diventata una delle modalità più diffuse per avviare un’attività autonoma, anche con investimenti contenuti. Molti aspiranti venditori online si chiedono:

“Se guadagno meno di 5.000 euro all’anno, devo comunque aprire la Partita IVA?”

La risposta non dipende solo dall’importo incassato, ma anche dalla natura e dalla continuità dell’attività svolta. Analizziamo il quadro normativo.


Quando è obbligatoria la Partita IVA

Secondo l’Agenzia delle Entrate, l’obbligo di apertura della Partita IVA sorge quando l’attività è:

  • abituale e continuativa, anche se con ricavi contenuti;
  • organizzata in modo professionale (es. sito web dedicato, campagne pubblicitarie, gestione di un catalogo prodotti);
  • finalizzata al profitto.

In sostanza, non è tanto il fatturato a determinare l’obbligo, ma il carattere sistematico e organizzato dell’attività.

Pertanto, anche con un fatturato inferiore a 5.000€, la Partita IVA può essere necessaria se l’ecommerce è gestito con regolarità.


Quando si può operare senza Partita IVA

L’unica eccezione è rappresentata dalle vendite occasionali.

Chi vende sporadicamente — ad esempio, pochi prodotti all’anno o oggetti personali tramite piattaforme come eBay, Etsy o Vinted — può operare senza aprire Partita IVA, purché rispetti determinate condizioni:

  • l’attività non deve essere abituale o organizzata;
  • i compensi non devono superare i 5.000 euro lordi annui;
  • i guadagni devono essere dichiarati come redditi diversi nella dichiarazione annuale.

Questa soglia, tuttavia, non rappresenta un’esenzione automatica, ma un limite entro cui l’attività può ancora considerarsi occasionale.


Cosa accade se si superano i 5.000€

Nel momento in cui si superano i 5.000 euro lordi annui con prestazioni occasionali, scattano due obblighi distinti:

  1. Iscrizione alla Gestione Separata INPS, per il versamento dei contributi previdenziali;
  2. Apertura della Partita IVA, se l’attività diventa abituale o strutturata.

In questa fase, è consigliabile rivolgersi a un consulente fiscale per scegliere il regime più adatto, valutando costi, tasse e inquadramento previdenziale.


Il regime forfettario: la soluzione più conveniente per i piccoli ecommerce

Per chi avvia un ecommerce con ricavi contenuti, il regime forfettario rappresenta spesso la scelta ideale.

I vantaggi principali sono:

  • Imposta sostitutiva ridotta al 15% (o al 5% per i primi 5 anni);
  • Gestione semplificata, senza obbligo di IVA o tenuta di contabilità ordinaria;
  • Costi amministrativi minimi, ideali per chi avvia un progetto in fase sperimentale.

Con il regime forfettario, è possibile operare in modo pienamente regolare e trasparente, mantenendo un carico fiscale contenuto.


Conclusione

Un ecommerce inferiore a 5.000€ non comporta automaticamente l’obbligo di Partita IVA, ma la valutazione deve considerare la continuità e l’organizzazione dell’attività.

Se il progetto è saltuario e occasionale, si può operare come privati; se invece l’obiettivo è costruire un’attività stabile, è opportuno aprire una Partita IVA in regime forfettario per operare in piena regolarità fiscale.


Hai dubbi sulla tua situazione?

Ogni caso può presentare differenze importanti.

Se stai avviando un piccolo ecommerce o desideri capire se la tua attività richiede l’apertura della Partita IVA, contattaci.

Ti aiuteremo a valutare il tuo caso, scegliere il regime fiscale più vantaggioso e gestire tutti gli adempimenti in modo semplice e sicuro.

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