Nel mondo della contabilità e della fiscalità italiana, uno dei temi che più spesso genera dubbi tra professionisti, imprese e partite IVA riguarda la distinzione tra contabilità per cassa e contabilità per competenza.
Si tratta di due criteri diversi per determinare il momento in cui i ricavi e i costi vengono riconosciuti ai fini della redazione del bilancio e della determinazione del reddito imponibile.
Comprendere le differenze tra questi due approcci è fondamentale non solo per essere in regola con la normativa fiscale, ma anche per valutare correttamente l’andamento economico e finanziario dell’attività.
La contabilità per competenza (principio di competenza economica) è il sistema tradizionalmente adottato dalle imprese in contabilità ordinaria.
Secondo questo criterio, ricavi e costi devono essere imputati all’esercizio in cui sono maturati, indipendentemente dal momento in cui avviene l’incasso o il pagamento.
In altre parole, ciò che conta non è quando il denaro entra o esce dalla cassa, ma quando il fatto economico si verifica.
È il principio cardine sancito dall’art. 2423-bis, comma 1, n. 3, del Codice Civile, secondo cui:
“La rilevazione dei componenti di reddito deve essere effettuata tenendo conto della competenza dell’esercizio, indipendentemente dalla data dell’incasso o del pagamento.”
La contabilità per cassa, invece, si basa su un criterio più semplice e intuitivo: si considerano solo i movimenti effettivi di denaro.
I ricavi vengono contabilizzati al momento dell’incasso, mentre i costi solo quando sono effettivamente pagati. Questo criterio non riflette perfettamente la situazione economica dell’impresa, ma descrive in modo fedele i flussi di liquidità.
È per questo che è particolarmente adatto a piccole attività o professionisti, per i quali la gestione del cash flow ha priorità sulla competenza economica.
In Italia, la distinzione tra contabilità per competenza e per cassa ha fondamenti normativi ben precisi.
Dal 2017, infatti, con la cosiddetta “riforma della cassa”, le imprese minori in contabilità semplificata sono passate al criterio di cassa (o, più correttamente, “principio di cassa ibrido”), che rappresenta un compromesso tra semplicità gestionale e rispetto della competenza.
Immaginiamo un’impresa che vende merci il 15 dicembre 2024, emettendo una fattura di 10.000 euro, incassata il 20 gennaio 2025.
In contabilità per competenza, il ricavo va imputato all’esercizio 2024, perché è in quell’anno che si è realizzata la vendita.
Analogamente, se l’impresa riceve una fattura per acquisti di merci a dicembre 2024, ma la paga a febbraio 2025, il costo va registrato nel 2024, perché è lì che il bene è stato consegnato e utilizzato.
Se la stessa operazione fosse gestita da un contribuente in regime di cassa, il ricavo di 10.000 euro sarebbe rilevato nel 2025, anno dell’effettivo incasso.
Il costo, invece, sarebbe deducibile nel 2025, quando avviene il pagamento.
Con il D.L. 193/2016, il legislatore ha introdotto un sistema misto, chiamato “cassa ibrida”, applicabile alle imprese in contabilità semplificata.
Questo criterio unisce aspetti del principio di cassa e della competenza.In pratica:
Il contribuente può scegliere tra due modalità:
Questo approccio consente una tassazione più equa e coerente con la capacità contributiva reale, senza rinunciare del tutto alla precisione economica.
Il criterio adottato influenza direttamente:
La scelta tra i due criteri non è sempre libera: dipende dal regime contabile adottato.
Tuttavia, anche quando vi è margine di scelta, occorre valutare attentamente le esigenze dell’attività.
| Aspetto | Contabilità per competenza | Contabilità per cassa |
|---|---|---|
| Momento di rilevazione | Quando il fatto economico si verifica | Quando avviene incasso o pagamento |
| Riferimento normativo | Art. 109 TUIR – Artt. 2423-bis C.C. | Art. 54 TUIR – D.L. 193/2016 |
| Destinatari tipici | Società, imprese ordinarie | Professionisti, imprese minori |
| Vantaggi principali | Rappresenta la reale redditività | Semplicità e allineamento con la cassa |
| Svantaggi principali | Complessità e anticipo imposte | Scarsa visione economica d’insieme |
La distinzione tra contabilità per cassa e per competenza non è solo una questione tecnica, ma riflette due diverse filosofie di gestione aziendale.
Il criterio di competenza è orientato alla performance economica, quello di cassa alla sostenibilità finanziaria.Per i professionisti e le imprese minori, il principio di cassa consente una gestione più immediata e coerente con i flussi di denaro.
Per le aziende strutturate, invece, la competenza resta imprescindibile per una rappresentazione veritiera della situazione patrimoniale ed economica.
In sintesi, la differenza tra contabilità per cassa e per competenza è molto più che una distinzione formale: riguarda il modo in cui si interpreta la gestione aziendale.
Comprenderla significa non solo essere conformi alla normativa, ma anche saper leggere e governare la propria impresa con consapevolezza.
Nel dubbio, affidarsi a un professionista qualificato è sempre la scelta più prudente: un buon sistema contabile non è solo un obbligo, ma uno strumento di controllo, strategia e crescita.
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