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13 Nov
13Nov

Nel mondo della contabilità e della fiscalità italiana, uno dei temi che più spesso genera dubbi tra professionisti, imprese e partite IVA riguarda la distinzione tra contabilità per cassacontabilità per competenza.
Si tratta di due criteri diversi per determinare il momento in cui i ricavi e i costi vengono riconosciuti ai fini della redazione del bilancio e della determinazione del reddito imponibile.
Comprendere le differenze tra questi due approcci è fondamentale non solo per essere in regola con la normativa fiscale, ma anche per valutare correttamente l’andamento economico e finanziario dell’attività.

Contabilità per competenza

La contabilità per competenza (principio di competenza economica) è il sistema tradizionalmente adottato dalle imprese in contabilità ordinaria.

Secondo questo criterio, ricavi e costi devono essere imputati all’esercizio in cui sono maturati, indipendentemente dal momento in cui avviene l’incasso o il pagamento.

In altre parole, ciò che conta non è quando il denaro entra o esce dalla cassa, ma quando il fatto economico si verifica.

È il principio cardine sancito dall’art. 2423-bis, comma 1, n. 3, del Codice Civile, secondo cui:

“La rilevazione dei componenti di reddito deve essere effettuata tenendo conto della competenza dell’esercizio, indipendentemente dalla data dell’incasso o del pagamento.”


Contabilità per cassa

La contabilità per cassa, invece, si basa su un criterio più semplice e intuitivo: si considerano solo i movimenti effettivi di denaro.

I ricavi vengono contabilizzati al momento dell’incasso, mentre i costi solo quando sono effettivamente pagati. Questo criterio non riflette perfettamente la situazione economica dell’impresa, ma descrive in modo fedele i flussi di liquidità.

È per questo che è particolarmente adatto a piccole attività o professionisti, per i quali la gestione del cash flow ha priorità sulla competenza economica.

Il quadro normativo di riferimento

In Italia, la distinzione tra contabilità per competenza e per cassa ha fondamenti normativi ben precisi.

  • Per le imprese in contabilità ordinaria, l’obbligo di utilizzare il principio di competenza deriva dagli artt. 2423 e seguenti del Codice Civile e dall’art. 109 del TUIR (D.P.R. 917/1986).
  • Per i lavoratori autonomi (art. 54 del TUIR) e per i contribuenti in regime forfettario o semplificato, la regola è invece quella della contabilità per cassa (introdotta dal D.L. 193/2016).

Dal 2017, infatti, con la cosiddetta “riforma della cassa”, le imprese minori in contabilità semplificata sono passate al criterio di cassa (o, più correttamente, “principio di cassa ibrido”), che rappresenta un compromesso tra semplicità gestionale e rispetto della competenza.

Come funziona nella pratica

Esempio pratico – Contabilità per competenza

Immaginiamo un’impresa che vende merci il 15 dicembre 2024, emettendo una fattura di 10.000 euro, incassata il 20 gennaio 2025.

In contabilità per competenza, il ricavo va imputato all’esercizio 2024, perché è in quell’anno che si è realizzata la vendita.

Analogamente, se l’impresa riceve una fattura per acquisti di merci a dicembre 2024, ma la paga a febbraio 2025, il costo va registrato nel 2024, perché è lì che il bene è stato consegnato e utilizzato.

Esempio pratico – Contabilità per cassa

Se la stessa operazione fosse gestita da un contribuente in regime di cassa, il ricavo di 10.000 euro sarebbe rilevato nel 2025, anno dell’effettivo incasso.

Il costo, invece, sarebbe deducibile nel 2025, quando avviene il pagamento.

Contabilità per competenza: vantaggi e svantaggi

Vantaggi

  • Rappresentazione fedele della situazione economica: permette di valutare il reale andamento della gestione, indipendentemente dai flussi di cassa.
  • Utile per analisi e pianificazione: consente di determinare con precisione margini, costi industriali e redditività per periodo.
  • Conformità al bilancio civilistico: indispensabile per società di capitali e imprese con obbligo di bilancio.

Svantaggi

  • Maggior complessità amministrativa: richiede competenze contabili più avanzate e riconciliazioni periodiche.
  • Scarsa aderenza ai flussi finanziari reali: un’impresa può risultare “in utile” ma avere problemi di liquidità.
  • Maggiore impatto fiscale: il reddito imponibile può risultare più alto anche se i ricavi non sono ancora incassati.

Contabilità per cassa: vantaggi e svantaggi

Vantaggi

  • Semplicità di gestione: il sistema si basa su incassi e pagamenti effettivi, facilmente verificabili dal conto corrente.
  • Allineamento con la liquidità reale: utile per valutare la sostenibilità finanziaria dell’attività.
  • Agevolazioni fiscali per i piccoli contribuenti: il reddito è tassato solo quando viene effettivamente incassato.

Svantaggi

  • Minore rappresentatività economica: non fotografa la reale competenza dei ricavi e dei costi.
  • Rischio di distorsione gestionale: un mese con molti incassi può sembrare molto redditizio, anche se i ricavi si riferiscono ad attività precedenti.
  • Difficoltà nelle analisi di performance: non consente di valutare correttamente margini e risultati d’esercizio.

Il principio di “cassa ibrida” per le imprese minori

Con il D.L. 193/2016, il legislatore ha introdotto un sistema misto, chiamato “cassa ibrida”, applicabile alle imprese in contabilità semplificata.

Questo criterio unisce aspetti del principio di cassa e della competenza.In pratica:

  • i ricavi e i costi sono rilevati secondo il principio di cassa;
  • ma si considerano anche componenti imputabili per competenza come ratei, risconti e ammortamenti, seppur in forma semplificata.

Il contribuente può scegliere tra due modalità:

  1. Registri cronologici degli incassi e dei pagamenti;
  2. Criterio della registrazione, per cui la data di registrazione della fattura coincide con l’incasso/pagamento (semplificazione contabile).

Questo approccio consente una tassazione più equa e coerente con la capacità contributiva reale, senza rinunciare del tutto alla precisione economica.

Implicazioni fiscali e gestionali

Sotto il profilo fiscale

  • Nella contabilità per competenza, i ricavi e i costi concorrono alla formazione del reddito nell’esercizio di competenza, anche se non incassati o pagati.
  • Nella contabilità per cassa, il reddito è determinato solo sulla base di quanto effettivamente incassato o pagato, riducendo l’anticipo di imposte.

Sotto il profilo gestionale

Il criterio adottato influenza direttamente:

  • la pianificazione finanziaria, poiché incassi e pagamenti determinano la liquidità disponibile;
  • la valutazione della redditività, poiché la competenza economica consente analisi più approfondite dei margini e dei costi;
  • la scelta del regime contabile più conveniente, anche in ottica fiscale e di semplificazione amministrativa.

Come scegliere il criterio più adatto

La scelta tra i due criteri non è sempre libera: dipende dal regime contabile adottato.

Tuttavia, anche quando vi è margine di scelta, occorre valutare attentamente le esigenze dell’attività.

È preferibile la contabilità per competenza se:

  • si gestiscono volumi rilevanti e rapporti con clienti/fornitori a lungo termine;
  • si vuole avere una visione completa della redditività economica;
  • l’impresa ha obblighi civilistici o di revisione.

È preferibile la contabilità per cassa se:

  • si è professionisti o piccole imprese con flussi di cassa semplici e immediati;
  • la priorità è la gestione della liquidità;
  • si vuole ridurre il carico fiscale anticipato e la complessità amministrativa.

Esempio di confronto sintetico

AspettoContabilità per competenzaContabilità per cassa
Momento di rilevazioneQuando il fatto economico si verificaQuando avviene incasso o pagamento
Riferimento normativoArt. 109 TUIR – Artt. 2423-bis C.C.Art. 54 TUIR – D.L. 193/2016
Destinatari tipiciSocietà, imprese ordinarieProfessionisti, imprese minori
Vantaggi principaliRappresenta la reale redditivitàSemplicità e allineamento con la cassa
Svantaggi principaliComplessità e anticipo imposteScarsa visione economica d’insieme


Considerazioni conclusive

La distinzione tra contabilità per cassa e per competenza non è solo una questione tecnica, ma riflette due diverse filosofie di gestione aziendale.

Il criterio di competenza è orientato alla performance economica, quello di cassa alla sostenibilità finanziaria.Per i professionisti e le imprese minori, il principio di cassa consente una gestione più immediata e coerente con i flussi di denaro.

Per le aziende strutturate, invece, la competenza resta imprescindibile per una rappresentazione veritiera della situazione patrimoniale ed economica.

In sintesi, la differenza tra contabilità per cassa e per competenza è molto più che una distinzione formale: riguarda il modo in cui si interpreta la gestione aziendale.
Comprenderla significa non solo essere conformi alla normativa, ma anche saper leggere e governare la propria impresa con consapevolezza.
Nel dubbio, affidarsi a un professionista qualificato è sempre la scelta più prudente: un buon sistema contabile non è solo un obbligo, ma uno strumento di controllo, strategia e crescita.


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