Uno degli aspetti più complessi per i lavoratori autonomi titolari di partita IVA riguarda la gestione dei contributi previdenziali Inps. A differenza dei lavoratori dipendenti, per i quali il versamento è curato direttamente dal datore di lavoro, il libero professionista o l’imprenditore individuale deve provvedere personalmente al pagamento dei propri contributi, con un impatto economico spesso significativo.
In linea generale, ogni lavoratore autonomo è tenuto a iscriversi alla cassa previdenziale prevista per la propria categoria professionale. Ad esempio, gli avvocati versano i contributi alla Cassa Forense, mentre altri professionisti o operatori economici si rivolgono alle diverse gestioni Inps (artigiani, commercianti o Gestione Separata).Tuttavia, la normativa italiana contempla alcune eccezioni in cui il soggetto titolare di partita IVA può risultare esentato dal versamento dei contributi previdenziali. Vediamo nel dettaglio i casi principali.
Il primo caso riguarda i lavoratori dipendenti con contratto a tempo pieno, che esercitano parallelamente un’attività autonoma di tipo commerciale o artigianale.In tale situazione, il lavoratore non è tenuto a versare i contributi Inps relativi all’attività autonoma, in quanto già coperto dal punto di vista previdenziale dal proprio datore di lavoro. L’ordinamento, infatti, presume che l’attività da lavoro dipendente rappresenti quella principale, mentre l’attività con partita IVA venga considerata accessoria.
Per poter beneficiare di questo regime agevolato, devono sussistere alcune condizioni:
In taluni casi, tuttavia, l’Inps ha riconosciuto una certa discrezionalità ai propri uffici territoriali nel concedere l’esonero anche ai lavoratori part time con orario settimanale pari ad almeno 38 ore.
È importante sottolineare che questa possibilità non si estende ai professionisti iscritti a ordini professionali (avvocati, ingegneri, medici, ecc.), i quali devono comunque adempiere agli obblighi previdenziali della propria cassa o, in mancanza, della Gestione Separata Inps.
Un secondo caso di esonero riguarda i professionisti non iscritti ad alcun albo che rientrano nella Gestione Separata Inps.
Se nel corso dell’anno il lavoratore non ha emesso alcuna fattura e non ha prodotto reddito, non è tenuto al versamento dei contributi previdenziali per quell’anno.
In altri termini, l’obbligo contributivo scatta solo in presenza di effettiva produzione di reddito derivante dall’attività autonoma.
L’ultima ipotesi riguarda i lavoratori provenienti da Paesi esteri che si trasferiscono in Italia per esercitare un’attività autonoma e che beneficiano di accordi previdenziali bilaterali stipulati tra l’Italia e lo Stato di provenienza.In virtù di tali convenzioni, il lavoratore può continuare a versare i contributi nel proprio Paese d’origine, evitando la doppia contribuzione.
Non si tratta quindi di un’esenzione totale, ma di un meccanismo di coordinamento previdenziale che consente di mantenere la continuità contributiva nel sistema estero, nel quale spesso sono già maturati periodi assicurativi significativi.
L’esonero dal versamento dei contributi previdenziali per i titolari di partita IVA rappresenta un’eccezione e non la regola.
Le situazioni in cui è possibile beneficiare di tale agevolazione sono specifiche e richiedono il rispetto di precisi requisiti, accertabili caso per caso.
Prima di ritenersi esonerati, è sempre opportuno verificare la propria posizione contributiva con un consulente del lavoro o presso la sede Inps competente, al fine di evitare contestazioni o sanzioni future.
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