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11 Nov
11Nov

Aprire un e-commerce non significa solo creare un sito web e vendere online: dietro ogni transazione c’è una rete complessa di obblighi fiscali, contabili e amministrativi che devono essere gestiti con precisione.

Negli ultimi anni, la normativa fiscale in materia di commercio elettronico ha subito numerose evoluzioni, soprattutto con l’introduzione dell’OSS (One Stop Shop) e dei nuovi criteri di tassazione IVA intracomunitaria.Per un imprenditore digitale o un’azienda che si espande nel mercato online, comprendere come gestire IVA, fatturazione elettronica, resi e registrazioni contabili è essenziale per operare in modo regolare e ottimizzare la fiscalità.Questo articolo ti guiderà in modo chiaro ma tecnico tra:

  • gli adempimenti fiscali di un e-commerce in Italia e in UE;
  • il funzionamento dell’IVA nelle vendite online;
  • la fatturazione elettronica e i documenti obbligatori;
  • la gestione dei resi e dei rimborsi;
  • le differenze tra e-commerce diretto e indiretto;
  • le buone pratiche per una gestione contabile efficiente.

Inquadramento giuridico e fiscale dell’e-commerce

Cosa si intende per commercio elettronico

Per e-commerce si intende l’attività di vendita di beni o servizi attraverso canali telematici, come un sito web o una piattaforma marketplace (Amazon, eBay, Shopify, ecc.).Il Codice del Commercio Elettronico (D.Lgs. 70/2003) distingue due tipologie principali:

  • E-commerce indiretto: il cliente acquista online ma riceve un bene materiale (es. prodotti fisici spediti a casa).
  • E-commerce diretto: la vendita riguarda beni digitali o servizi erogati online (es. software, e-book, corsi digitali, abbonamenti).

Questa distinzione è fondamentale, perché determina regole IVA e fiscali differenti.

E-commerce indiretto: vendita di beni materiali

Regole generali

Nel commercio elettronico indiretto, la vendita si considera effettuata nel momento della consegna del bene al cliente.

Le operazioni seguono quindi le regole del commercio di beni tradizionale, ma con alcune specificità digitali.

Adempimenti principali

  • Apertura partita IVA con codice ATECO adeguato (es. 47.91.10 per vendita di prodotti via Internet).
  • Iscrizione al Registro Imprese e dichiarazione di attività di commercio elettronico.
  • Tenuta della contabilità IVA ordinaria o semplificata, in base al regime fiscale adottato.
  • Rispetto delle normative sulla privacy (GDPR) e sull’informativa precontrattuale online.

E-commerce diretto: vendita di beni digitali e servizi online

Regole IVA specifiche

Nel commercio elettronico diretto (download o servizi digitali), la prestazione è considerata effettuata nel luogo in cui il cliente è stabilito.

Per questo motivo, dal 2015 l’Unione Europea ha introdotto regole speciali sull’IVA, con il sistema MOSS (Mini One Stop Shop), poi ampliato nel 2021 nel regime OSS.

Regime OSS (One Stop Shop)

L’OSS consente alle imprese di dichiarare e versare l’IVA dovuta nei vari Paesi UE in un unico Stato membro (generalmente quello di stabilimento), evitando registrazioni multiple.Esempio:

Un e-commerce italiano che vende corsi online a clienti francesi, tedeschi e spagnoli può versare tutta l’IVA tramite il portale OSS in Italia, indicando i diversi importi dovuti per ciascun Paese.

Il regime OSS è obbligatorio per chi supera la soglia complessiva di 10.000 euro annui di vendite B2C transfrontaliere.

 IVA nelle vendite online

Vendite nazionali

Per le vendite a clienti italiani, l’IVA si applica secondo le aliquote ordinarie (22%, 10%, 5% o 4%) in base al tipo di prodotto o servizio.

Vendite UE a privati (B2C)

  • Fino a 10.000 € annui complessivi, si può applicare l’IVA italiana.
  • Oltre la soglia, occorre applicare l’IVA del Paese di destinazione, aderendo al regime OSS.

Vendite UE a imprese (B2B)

Le vendite a soggetti con partita IVA UE sono considerate non imponibili (art. 41 D.L. 331/1993), previa verifica del numero di partita IVA tramite il sistema VIES.

Vendite extra-UE

Per clienti extra UE (es. USA, Regno Unito, Svizzera), le vendite sono operazioni di esportazione, esenti da IVA ma soggette a documentazione doganale (fattura + dichiarazione di esportazione).

La fatturazione nell’e-commerce

Obbligo di fatturazione

Nel commercio elettronico indiretto verso privati, la fattura non è obbligatoria, salvo richiesta del cliente entro 12 giorni dall’acquisto.

Tuttavia, è sempre obbligatoria per:

  • vendite a soggetti con partita IVA;
  • operazioni intracomunitarie;
  • esportazioni extra UE.

Fatturazione elettronica

Dal 2022, anche le partite IVA in regime forfettario sono tenute alla fatturazione elettronica (tranne rare eccezioni).Nel caso di e-commerce:

  • le fatture elettroniche vanno emesse in formato XML e inviate tramite SDI;
  • il documento deve contenere i dati identificativi del cliente (o “consumatore finale” in assenza di P.IVA);
  • è consigliabile integrare il sistema gestionale e-commerce con il software di fatturazione elettronica.

Ricevute e documenti commerciali

Se non si emette fattura, è necessario rilasciare documento commerciale (ex scontrino fiscale) tramite registratore telematico o piattaforma omologata all’Agenzia delle Entrate.

Marketplace e intermediari

Se si vende su Amazon, eBay, Etsy o altre piattaforme, la gestione dell’IVA può essere delegata o integrata tramite i loro sistemi interni.

Tuttavia, il venditore resta responsabile della corretta fatturazione e dichiarazione fiscale.

Contabilità e registrazioni fiscali

Registrazione delle vendite

Tutte le vendite devono essere annotate nei registri IVA (corrispettivi, fatture emesse, ecc.) entro i termini di legge.

Per e-commerce con migliaia di microtransazioni giornaliere, è possibile utilizzare registrazioni cumulative giornaliere.

Registrazione dei corrispettivi telematici

Dal 2020, i corrispettivi devono essere trasmessi telematicamente all’Agenzia delle Entrate tramite registratore RT o software certificato.

Gestione dei pagamenti elettronici

Tutti gli incassi tramite carta, PayPal o gateway di pagamento devono essere tracciati e riconciliati con il conto corrente aziendale.

La trasparenza delle operazioni è fondamentale per evitare accertamenti IVA o reddituali.

Regimi fiscali per e-commerce

Regime forfettario

Ideale per chi avvia un e-commerce con volumi contenuti (< 85.000 € annui).

Vantaggi:

  • tassazione sostitutiva al 15% o 5%;
  • esonero da IVA e registri contabili.
    Limiti:
  • non è possibile detrarre l’IVA sugli acquisti;
  • non si applicano regimi OSS o MOSS.

Regime ordinario semplificato o ordinario

Obbligatorio per chi supera la soglia o vuole detrarre l’IVA sugli acquisti.

Richiede:

  • contabilità completa;
  • liquidazioni periodiche IVA;
  • dichiarazione annuale IVA e redditi.

Aspetti internazionali: vendite UE ed extra UE

OSS e IOSS

Oltre al regime OSS per vendite intra-UE, dal 2021 è attivo anche il regime IOSS (Import One Stop Shop), utile per:

  • gestire l’IVA su vendite a distanza di beni importati da Paesi extra UE con valore ≤ 150 €;
  • semplificare la riscossione dell’IVA al momento dell’acquisto.

Dogana e dazi

Per spedizioni extra UE, occorre predisporre:

  • fattura di esportazione;
  • dichiarazione doganale;
  • codice HS (Harmonized System) per la classificazione dei beni.

Un errore nella documentazione doganale può comportare ritardi, sanzioni e contestazioni IVA.

 Adempimenti periodici

Gli e-commerce devono adempiere agli obblighi fiscali previsti per qualsiasi impresa, tra cui:

  • Liquidazioni IVA mensili o trimestrali;
  • Comunicazioni LIPE (liquidazioni periodiche IVA);
  • Dichiarazione IVA annuale;
  • Dichiarazione dei redditi e IRAP;
  • Esterometro (per operazioni verso l’estero non transitate tramite SDI);
  • Conservazione digitale delle fatture (10 anni).

Errori comuni da evitare

  1. Ignorare la soglia OSS (10.000 €) → rischio di errata applicazione IVA.
  2. Non emettere documenti fiscali corretti → sanzioni fino al 200% dell’imposta.
  3. Confondere vendite B2C e B2B → registrazioni errate nei registri IVA.
  4. Non gestire correttamente i resi → rischio di doppia tassazione.
  5. Non dichiarare le vendite extra UE → errori doganali e blocchi spedizioni.
  6. Affidarsi solo alla piattaforma marketplace senza controllo dei flussi fiscali.

Conclusione

Gestire un e-commerce non significa solo vendere online: significa costruire un’impresa digitale conforme, strutturata e fiscalmente sostenibile.La conoscenza e la corretta applicazione delle normative su IVA, fatturazione, resi e regimi fiscali internazionali è la base per operare con sicurezza, tutelando l’azienda da rischi economici e sanzioni.Affidarsi a professionisti competenti in consulenza contabile e fiscale per e-commerce è oggi un investimento strategico: permette di ottimizzare la tassazione, mantenere la compliance e concentrare le energie sullo sviluppo del business.

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